Le canzoni che non suonano mai alla radio

Royston Vince

Edizioni Progetto Cultura

Nella storia la protagonista ha a che fare con la ricerca della propria autenticità e del proprio posto nel mondo. La capacità dello scrittore è quella di accompagnare la voce femminile attraverso i fallimenti, le deviazioni, gli smarrimenti facendo arrivare a chi legge il suo sguardo benevolo e, allo stesso tempo, resistendo alla tentazione di proteggere Sarah dal suo errare. Certi cliché cadono perché è possibile spogliarsi e lasciare andare ciò che non fa più parte dell’ultima versione dell’identità. É in quel luogo scomodo di estemporanee rappresentazioni di sé, immaginate e reali, che questo libro ha il domicilio. L’unica costante lungo il percorso è la musica che non abbandona mai le pagine anche quando la protagonista sembra perdere la connessione con essa. 

Vagando in questi territori dell’anima l’autore rinuncia all’avere una chiarezza definitiva, ma invita a camminare accanto alla storia aprendo interrogativi. 

Sullo sfondo c’è Londra. Attraverso i capitoli si vede una città che si contorce, si espande e si sviluppa in verticale. È il luogo ambito dove tutto succede velocemente tra l’ingresso e l’uscita dalla metropolitana. Tra le torri e le case a schiera si consumano le esistenze. Attraverso le vie londinesi si dispiega lo scenario emotivo del testo che si deforma e si ricrea con la velocità di un tratto di pennello. 

Infine, ultima ma non per importanza, troviamo la lingua italiana. La storia de “Le canzoni che non suonano mai alla radio” si dipana parallelamente allo sforzo della sua stesura. La ricerca delle parole e delle frasi che funzionano è stata spasmodica ed incessante, fatta di conversazioni e persone, di letture, di musica italiana e di tanto, tanto amore negli anni per la lingua. La forza del libro è la testimonianza di questo processo. Attraverso la scoperta di suoni e significati ci si allontana, a propria insaputa e senza più fare ritorno, dai luoghi conosciuti e si raggiungono le terre di mezzo ai confini tra la lingua madre e l’ignoto. Scrivere nella seconda lingua parla proprio della possibilità di scorgere la sagoma di chi ancora non siamo ma possiamo diventare. 

Tratto dalla prefazione di Chiara Virgilio

Un brano tratto dal romanzo
La presentazione del libro a Roma
Un brano tratto dal romanzo
Recensioni: (click on images)
Una playlist per il romanzo